lunedì 29 giugno 2009

Colpo di stato in Honduras: Chavez minaccia un intervento militare



Attilio Folliero - lapatriagrande.org


All’alba, un gruppo di militari è entrato con la forza nella residenza del presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya; lo hanno sequestrato, portato all’aereoporto e fatto salire su un aereo, che si è diretto a San Jose di Costa Rica, dove è stato letteralmente scaricato. Manuel Zelaya in persona dichiarando a Telesur, ha spiegato come si sono svolti i fatti; ha negato di aver chiesto asilo politico al Costa Rica, dichiarandosi “ospite momentaneo” ed ha annunciato che sarà presente alla riunione dei paesi dell’ALBA, prevista per domani a Managua in Nicaragua.
Anche la Ministra degli Esteri, la combattiva, Patricia Rodas, è stata sequestrata e portata in una base aerea militare; al momento non si conoscono le sue condizioni. Gli ambasciatori del Venezuela, di Cuba e del Nicaragua, appena al corrente dei fatti erano andati a portare solidarietà e protezione internazionale a Patricia Rodas, ma i militari, in disprezzo di tutte le norme internazionali, disconoscendo la convenzione di Vienna, hanno sequestrato e maltrattato anche i tre; l’ambasciatore del Venezuela è poi stato rilasciato, in una strada nei pressi della base aerea e si è potuto mettere in contatto con le autoriíta del proprio paese.
Il comando militare, responsabile di questo golpe sembra intenzionato a far giurare come presidente della Repubblica, Micheletti, l’attuale presidente del Congresso Nazionale. A giustificazione del giuramente, adducono la rinuncia del Presidente Zelaya, cosa del tutto falsa e negata dallo stesso Zelaya.
Intanto, in tutto l’Honduras manca la elettricità e la Tv di Stato è stata oscurata. Il golpe è stato prontamente condannato da tutti gli organismi internazionali, dalla Comunità Europea, da Insulsa presidente della OSA (Organizzazione degli Stati Americani) e dalla presidente cilena Bachelet, attuale presidente di UNASUR, l’Unione degli stati sudamericani.
Honduras è uno dei nove paesi membri dell’ALBA, l’Alleanza dei popoli bolivariani, organizzione di paesi Latinoamericani, fondata inizialemente nel 2004, da Chávez e Fidel Castro, cui si sono aggiunti successivamente altri sette stati, tra cui appunto l’Honduras.
Chavez appena avvertito si è prontamente attivato, consultando tutti i membri della organizzazione ed i principali governanti dell’America Latina. Dalla sua residenza ha responsabilizzato di questo colpo di stato, l’alto comando militare ed avvertito che non avrebbe tollerato un Micleletti presidente; per lui il presidente dell’Honduras è e rimane il presidente eletto, ossia Manuela Zelaya. Ha avvertito, in diretta Tv, che l’Alba, di fronte ad un colpo di stato in uno di paesi membri, non può rimanere a guardare, alludendo anche ad un possibile invio di truppe militari della coalizione per ristabilire l’ordine costituzionale.
Ricordiamo che in Honduras era prevista per oggi una consultazione popolare; non un referendum, ma una sorta di inchiesta per chiedere al popolo se nel prossimo referendum di fine anno, era daccordo con l’aggiungere una ulteriore domanda, concernente la possibilità di chiamare ad una successiva consultazione referendaria per chiedere una riforma costituzionale; ossia una domanda del tipo "Sei daccordo che, nel prossimo referendum venga aggiunta una domanda con la quale chiedere al popolo se è daccordo indire un referendum per chiedere una riforma della costituzione?" è bastata a spaventare l’estrema destra honduregna, di cui i militari golpisti sono solo i portavoci.
Mentre in Honduras migliaia di persone stanno protestando davanti il palazzo presidenziale, chiedendo ad alta voce il ritorno del rpesidente eletto, in tutti i paesi dell’Alba i popoli sono mobilitati; in particolare a Caracas si stanno avendo grandi raduni, sia davanti l’Ambasciata dell’Honduras, che davanti il palazzo presidenziale.
Anche gli Stati Uniti si sono pronunciati, dichiarandosi estranei a questo colpo di stato in Honduras e riconoscendo in Manuela Zelaya il presidente dell’Honduras.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!