venerdì 26 febbraio 2010

Sentenza Google: la Cina è vicina

di Luca Casarini

Si vorrebbe che la condanna di Milano contro Google, non fosse ispirata o non conducesse agli stessi principi che attengono alle censure della rete e nella rete operate da Pechino, Istambul o Teheran.
Lo spettro di un occidente in declino e di una nuova egemonia, economica, geopolitica, culturale di giganti asiatici o regimi teocratico-nucleari, si rende più visibile ogni giorno che passa. E il timore di “apparire” subordinati rispetto all’opinione pubblica europea e americana, viaggia anche nei commenti globali a questa sentenza.

Arresti in diverse città italiane: l'accusa essere militanti del PKK

Dieci kurdi e un italiano sono stati arrestati questa mattina all'alba in varie città italiane. L'indagine, partita da Venezia (ma svolta parallelamente anche in Francia), ha coinvolto Roma, Treviso, Pisa, Modena, Torino, Udine, Pordenone e Milano.
L'accusa per tutti (gli indagati sarebbero 16) è quella di aver messo in piedi una struttura di reclutamento incaricata di trovare in Europa persone e risorse da impiegare in Kurdistan.

giovedì 25 febbraio 2010

Verso l'unità latinoamericana?

Si è svolto in Messico il Vertice del Grupo de Río
 Nuovi equilibri continentali si disegnano all'ombra dell'illusione bolivariana; il tutto, però, alle spalle dei cittadini.

di Matteo Dean

Il 22 e 23 febbraio scorsi si è realizzato il XXI Vertice del Gruppo di Río, ovvero l'organizzazione latinoamericana fondata nell'ormai lontano 1986 dagli allora firmatari Argentina, Brasile, Colombia, Messico, Panama, Perú, Uruguay e Venezuela. Convocato dal presidente messicano Felipe Calderón (che inoltre fungeva la parte di Presidente uscente dell'organismo internazionale), il vertice ha destato sin da subito certa aspettativa ed illusione, almeno nel seno della comunità degli stati latinoamericani impegnati sul fronte dell'opposizione statalista all'intervenzionismo statunitense.

India - No alla melanzana modificata .. adesso tocca al cotone!

L'introduzione della melanzana Geneticamente Modificata (BT Brinjal) era stata dichiarata possibile da una commissione governativa dopo una pseudo analisi scientifica.
L'analisi sulla possibile tossicità dell'ortaggio GM, era stata fatta in maniera sbrigativa, superficiale e sotto la continua a pressante "influenza" di Mahyco (la filiale indiana della Monsanto), l'azienda proprietaria della melanzana GM, nonche' ... partecipante alla ricerca! controllato e controllore....
In questo clima, la ricerca ha superficialmente indicato l'assenza di effetti tossici e la commissione governativa, senza ulteriori approfondimenti, aveva spianato la strada per l'inizio della commercializzazione della melanzana GM.

mercoledì 24 febbraio 2010

Grecia, il conto della crisi

Sciopero generale: tutti in piazza ad Atene per chiedere che a pagare i costi del crack non siano i cittadini.
Decine di migliaia di persone hanno invaso Atene, Salonicco e altre città urlando slogan come «non pagheremo noi per questa crisi». Violenti faccia a faccia tra manifestanti e polizia.

Una settimana davvero difficile per la Grecia. Oggi lo sciopero generale segna il punto di mezzo di sette giorni gravati da numeri che pesano come pietre: Atene deve rifinanziare 53 miliardi di euro da qui a fine anno, 20 dei quali entro aprile.
Cifre da capogiro. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, i paesi dell'Unione Europea sono pronti a stanziare 20-25 miliardi di euro per le casse greche, ma anche questa resta per il momento una delle tante voci che si rincorrono in questi giorni tra la penisola ellenica e Bruxelles. Le singole quote dovrebbero essere calcolate in base al capitale di ogni membro Ue nella Banca Centrale Europea (Bce). Il portavoce del ministero tedesco delle Finanze, Martin Kreienbaum, si è affrettato a smentire il varo di qualsiasi piano di salvataggio.

Dentro Marjah

Intervista a Qais Azim, giornalista afgano di Al Jazeera che nei giorni scorsi è entrato nella città al centro dell'operazione Moshatarak
Qais Azimy è un giornalista televisivo afgano che lavora per Al Jazeera che in questi giorni si trova in Helmand per seguire l'operazione militare Moshatarak.
Nei giorni scorsi è riuscito a entrare nella città di Marjah, epicentro dell'offenisva.
Riportiamo l'intervista effettuata da Peacereporter.
Come è arrivato a Marjah e cosa ha visto in città?
Sono arrivato a Marjah a bordo di un elicottero governativo, accompagnato da ufficiali dei Marines e dell'esercito afgano, oltre che dal governatore di Helmand, Gulab Mangal.
Siamo atterrati a poche centinaia di metri dal bazar di Marjah, che abbiamo raggiunto percorrendo a bordo di un blindato una strada che costeggia il canale. Sul bordo di questa strada un ufficiale dei Marines mi ha indicato delle buche: le trincee degli insorti. Poi abbiamo attraversato il canale su un ponte di ferro posato dai Marines durante l'attacco: quello vero è minato, troppo pericoloso.

Afghanistan - La guerra ai civili

La conferma arriva dalle scuse dei Portavoce Nato. Ancora una volta altre vittime “collaterali”, civili dentro la guerra in Afghanistan. Si tratta dei 27 civili afghani, incluse quattro donne e due bambini, rimasti uccisi in un raid della Nato nella provincia di Dai Kundi. La dinamica dell'”incidente” viene spiegata con il fatto che le vittime erano in viaggio a bordo di tre minibus, verso Kandahar. La Nato spiega che obiettivo del raid era un gruppo di «presunti insorti e che l'attacco ha provocato «alcuni morti e feriti». I militari che si sono recati sulla scena dopo il raid si sono trovati di fronte a donne e bambini e hanno trasportato i feriti in strutture ospedaliere, precisa la nota della coalizione internazionale in cui si anticipa l'avvio di una inchiesta. «Siamo estremamente colpiti dalla tragica perdita di vite innocenti. Siamo qui per proteggere gli afghani e uccidere o ferire civili mette a rischio la loro fiducia nella nostra missione. Raddoppieremo i nostri sforzi per riguadagnare questa fiducia», ha dichiarato il comandante delle forze Nato e Usa a Kabul, il generale Stanley McChrystal, presentando al Presidente afghano, Hamid Karzai, le sue scuse per quanto avvenuto domenica.

martedì 23 febbraio 2010

Lula, la riforma agraria e le transnazionali

A Carnevale l'ultima azione del Movimento Sem Terra
La settimana scorsa, durante i festeggiamenti del carnevale, militanti del Movimento Sem Terra (MST) brasiliano hanno installato acampamentos intorno a 60 latifondi improduttivi dello stato di San Paolo. Scopo dell'offensiva, battezzata Carnaval Vermelho (Carnevale Rosso), è fare pressione sulle istituzioni affinchè applichino la legge costituzionale che garantisce il diritto a chiedere l'esproprio dei terreni che non vengono coltivati.

lunedì 22 febbraio 2010

Cina: la fragile superpotenza

Il creditore d'America di fronte alla crisi finanziaria

Il diario di bordo di Paolo Do - Singapore

La svendita del debito americano da parte della Cina era nell`aria, da mesi. Chi, infatti, non si aspettava l`annunciato taglio di Beijing dei titoli di stato Usa ad inizio anno? Da fine gennaio e` ufficialmente il Giappone il maggior creditore degli Stati Uniti. A questo annuncio si accompagna quello dell`aumento del salario minimo di quasi il 12% in molte delle regioni Cinesi. Tale gesto non e` solo la risposta alla mancanza di forza lavoro, come nella regione del Pearl river Delta; anche la regione di Jiangsu, ovvero la terza maggiore regione esportatrice della Cina, ha infatti imposto un aumento del salario minimo. Lo stesso vale per Shanghai, la seconda provincia per importanza nell'export, seguiti da Beijing, Zhejiang e il Guangdong tra le altre.

domenica 21 febbraio 2010

Manifestazioni a Bil'in e altri villaggi per i 5 anni di lotta contro il muro

La mobilitazione più ampia a Bil'in dove nonostante le cariche sono stati divelti 30 metri di muro

Molte le manifestazioni per il quinto anniversario della lotta popolare di Bil'in. Non sono mancate le violenze da parte dell'Esercito Isrealiano.

"Bil'in habibti!" 5 anni dopo ...Ieri l'ingresso del villaggio era più simile a un carnevale che una protesta politica. Oltre 2000 gli attivisti palestinesi, israeliani e internazionali che hanno dato vita al concentramento: clown, Ka / Ya-percussionisti di Samba, i rappresentanti dei vari partiti palestinesi, giovani palestinesi e giornalisti provenienti da tutto il mondo per celebrare 5 anni di lotta popolare contro il Muro dell'Apartheid . Cinque anni dopo che il comitato locale ha iniziato la sua attività, Bil'in è diventato un simbolo della lotta palestinese non violenta contro l'occupazione israeliana, ispirando altri paesi ad adottare la formula di resistenza pacifica.
Guarda il video di Bil'in
Guarda il video di Al - Masara

venerdì 19 febbraio 2010

Honduras - Piano di normalizzazione privilegia gli affari in mezzo alla violenza

Affari e violenza

Ritornano gli ambasciatori europei. Nessuno vuole parlare della costante violazione dei diritti umani

di Giorgio Trucchi

Nonostante manchi ancora un riconoscimento formale del governo di Porfirio Lobo Sosa, i paesi europei hanno iniziato a normalizzare le relazioni diplomatiche con l'Honduras, inviando nuovamente i propri ambasciatori che erano stati richiamati per "una consultazione" durata più di sei mesi. Hanno iniziato Spagna e Francia, seguiti a ruota da Italia e Germania e nei prossimi giorni la maggior parte dei paesi completerà il proprio personale diplomatico a Tegucigalpa.
Intanto, l'Unione Europea, EU, ha annunciato di avere riavviato i progetti di cooperazione, soprattutto quelli sociali e di sviluppo.
Alla presenza dell'ambasciatore dell'Unione Europea per il Centroamerica, Mendels Goldstein e degli ambasciatori appena rientrati, il nuovo governo di Lobo Sosa ha quindi ricevuto la benedizione del "vecchio continente", che presto si tradurrà in una completa riabilitazione del paese centroamericano.

Obama incontra il Dalai Lama


Di certo non è la “difesa dei diritti umani” tout court la molla che ha portato all'incontro tra Obama e il Dalia Lama. Un incontro avvenuto nella Sala delle mappe ed in questo caso anche le stanze hanno un loro ruolo …
E' impossibile non vedere la connessione tra questo incontro e l'accuirsi della tensioni tra Usa-Cina. Una situazione che trova il suo inquadramento generale dentro il contemporaneo quadro della crisi globale e degli assetti di potere.

Niger - I militari tentano il golpe



Un gruppo di soldati ha preso d'assedio il palazzo presidenziale, mentre era in corso una riunione di gabinetto. Fonti non confermate riferiscono della cattura del presidente Mamadou Tandja
 

 di Ismail Ali Farah

Un fumo nero si sta levando dal palazzo presidenziale a Niamey, in Niger. Alle 13.00, ora locale, un gruppo di soldati ha scatenato una battaglia durata 30 minuti. Testimoni riferiscono di carri armato lungo le strade della capitale. Gli scontri avrebbero interessato anche le caserme della guardia presidenziale.

La situazione è ancora confusa. Secondo fonti governative, alcuni soldati avrebbero catturato il presidente Mamadou Tandja, mentre era in corso una riunione di gabinetto. Altre fonti all'interno del palazzo avrebbero invece dichiarato che Tandja si trova al momento nel suo ufficio, protetto dalla propria guardia.

giovedì 18 febbraio 2010

Marjah, sfollati e abbandonati

Le autorità afgane e perfino l'Unhcr hanno deciso di non attrezzare campi per accogliere i 13 mila profughi fuggiti dall'offensiva alleata nel sud dell'Afghanistan

Circa 13 mila civili afghani - famiglie intere con donne, bambini e anziani al seguito - sono fuggiti in questi giorni dall'offensiva militare alleata contro Marjah e gli altri villaggi del distretto di Nadalì, nella provincia meridionale di Helmand.
Nonostante le dichiarazioni delle autorità afgane, che la scorsa settimana, alla vigilia dell'operazione Moshtarak, avevano dichiarato di essere pronti ad accogliere e assistere i profughi, tutta questa povera gente è stata completamente abbandonata a se stessa: nessun campo di accoglienza è stato allestito e nessun tipo di aiuto e assistenza è stato fornito.
"Se li aiutiamo, poi rimangono qui". La maggior parte degli sfollati, 1.573 famiglie, ovvero oltre 10 mila persone, si sono riversati nel capoluogo provinciale, Lashkargah.

La nuova proposta della sinistra indipendentista basca


“Zutik Euskal Herria”, ovvero la risoluzione della sinistra indipendentista basca approvata nel fine settimana a conclusione di decine di assemblee che hanno analizzato, discusso, commentato la dichiarazione di Alsasua e Venezia del 14 novembre 2009. Una dichiarazione in cui la sinistra indipendentista si impegnava al perseguimento dei suoi obiettivi politici solo attraverso mezzi pacifici.
Lo scorso fine settimana le assemblee territoriali sono state riunite e i 600 militanti rappresentanti della sinistra in oltre 270 località hanno approvato un importante documento che sposa nei fatti la dichiarazione di Venezia. Nelle assemblee, la militanza ha realizzato una analisi della situazione politica di Euskal Herria, si è valutato lo sviluppo del dibattito e poi si è definita la pianificazione politica della Sinistra Indipendentista per il 2010.

Costa d'Avorio - Il paese del cacao

La tensione sale nel paese africano.


DA PEACE REPORTER
Migliaia di persone sono scese in strada per protesta contro la decisione del presidente Laurent Gbagbo di sciogliere il governo e la commissione elettorale.
La frustrazione della gente ha raggiunto livelli insopportabili dopo anni di rinvio del voto, in un paese che dal 2003 è di fatto diviso tra il sud, sotto il controllo governativo, e il nord, in mano ai ribelli. Le elezioni sono state più volte rinviate dal 2005 e il primo ministro Guillaume Soro dovrebbe annunciare il nuovo governo entro la settimana. I dimostranti hanno bloccato le strade, incendiando pneumatici, soprattutto nelle città di Daoukro, Dimbokro e M'Bahiakro. La comunità internazionale sta monitorando la situazione, in quanto la tensione crescente potrebbe danneggiare l'industria del cacao, in un paese che produce circa un terzo delle forniture mondiali. Analogamente la Banca mondiale sta effettuando pressioni affinché vengano organizzate le elezioni prima della discussione sulla rinegoziazione del debito estero del paese africano. Sia la guerra civile che le successive crisi di governo non hanno mai seriamente danneggiato le forniture di cacao del paese. 

DA NIGRIZIA
Si sta tentando di formare un nuovo esecutivo, mentre la popolazione è esasperata per l’ennesimo rinvio delle elezioni, per l’aumento dei prezzi e per il tracollo delle già fragili strutture del welfare. E gli ex ribelli, il cui programma di disarmo non è ancora completato, restano a guardare. In attesa di nuovi sviluppi.
Da lunedì il primo ministro della Costa d'Avorio, Guillaume Soro è impegnato nelle consultazioni per formare un nuovo governo. Il precedente è stato sciolto all'improvviso, venerdì scorso, assieme alla Commissione elettorale indipendente (Cei), dal presidente Laurent Gbagbo. Ora c'è un nuovo governo da varare in tutta fretta, sotto la pressione di un numero crescente di manifestazioni di piazza in diverse località del paese ma soprattutto nelle roccaforti dell'opposizione. I due principali esponenti dell'opposizione, Konan Bédié e Alassane Ouattara, infatti, soffiano sul fuoco. Hanno definito un "colpo di stato" lo scioglimento della Cei e del governo, e hanno chiesto al paese di mobilitarsi contro il presidente Gbagbo.
Ieri è intervenuto il mediatore della crisi, il presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré che ha richiamato tutti gli attori al rispetto degli accordi di pace siglati a Ouagadougou nel 2007, al termine del conflitto innescato dal tentativo di rovesciare il presidente Gbagbo, nel 2002. Ora il paese attende di conoscere la composizione del nuovo governo al quale, sempre secondo quanto stabilito dagli accordi, dovrebbe prender parte anche l'opposizione.
Intanto lo scioglimento dell'esecutivo e della Cei ha provocato l'ennesimo slittamento delle elezioni, previste inizialmente nel 2005, quando avrebbe dovuto concludersi il mandato presidenziale di Gbagbo. Elezioni che erano attese tra la fine di febbraio e i primi di marzo.
Il recente scontro tra la compagine presidenziale e l'opposizione si gioca attorno alla figura di Robert Beugré Mambé, capo della Cei ed esponente dell'opposizione, accusato di aver inserito nel registro elettorale più di 429.000 nomi di elettori che - secondo il presidente - non avrebbero diritto di voto.
Una crisi, dunque, che affonda le sue radici nella questione irrisolta della cosiddetta "ivorianità", della discendenza di sangue dei cittadini della Costa d'Avorio, che è stato fino al 2002 il più grande produttore al mondo di cacao. Un paese, dunque, a forte immigrazione essendo stato per decenni l'economia trainante dell'intera regione. «Un terzo della popolazione è "straniero" - racconta Alessandro Rabbiosi, responsabile dei progetti dell'ong Terre des hommes in Costa d'Avorio - .Tuttavia è difficile riuscire a individuare chi è ivoriano e chi non lo è, anche perché in molti risiedono qui da generazioni».
Ma c'è anche un altro elemento di inquietudine per gli equilibri, fragili, del paese, ed è l'atteggiamento degli ex ribelli, le Forze Nuove, che ancora mantengono il controllo, di fatto, del nord, e per i quali il programma di disarmo e smobilitazione non è ancora completato. Ieri le Forze Nuove hanno confermato il loro sostegno al primo ministro Guillaume Soro (loro ex leader). Domani chissà...

martedì 16 febbraio 2010

La parola a Marlon Santi, il leader degli indigeni dell'Ecuador


L'incontro con il giovane dirigente, a suo tempo in carcere perché accusato di terrorismo, solo per aver lottato in difesa del territorio indigeno contro i governi nazionali

"Quando ci sono state le prime esplosioni ho sentito la foresta piangere". Con queste parole un anziano Sarayaku ricorda i sondaggi esplorativi della argentina Compagnia General Combustibles. La popolazione inizio' una dura lotta per il diritto all'autodeterminazione del territorio e contro un'autorizzazione di cui ignoravano l'esistenza. Pestaggi, torture, violenze e parecchi arresti con la compiacenza dell'esercito per azzerare le proteste.
Poi una sentenza della Corte interamericana dei diritti umani ha dato ragione alla comunita' Sarayaku. L'autorizzazione a sondare una parte del territorio appartenente al Popolo indigeno per cercare il petrolio e' stata ritenuta illegittima, obbligando il governo a revocare l'autorizzazione all'azienda argentina. Il pericolo e' stato allontanato ma ora restano gli effetti collaterali.

lunedì 15 febbraio 2010

Contro di me scelte di guerra

di Abdullah Ocalan

Nella sua storia l'umanità è stata spesso testimone di intrighi usati dalle potenze dominanti come strumento per la conservazione del potere. Si potrebbero citare numerosi esempi, dai Sumeri all'impero romano. Sono premesse storiche lontane, ma spiegano bene le congiure delle quali il popolo kurdo spesso è stato vittima. Credo che la congiura internazionale che il 15 febbraio 1999 terminò col mio rapimento e deportazione in Turchia, sia uno degli eventi più importanti nella tradizione di intrighi delle potenze dominanti. La mia odissea attraverso l'Europa iniziò il 9 ottobre 1998 con la partenza dalla Siria. Mi condusse ad Atene, in Russia ed in Italia. Da lì fui costretto a tornare in Russia e poi nuovamente in Grecia. Il tutto terminò col mio rapimento dal Kenya. Parlo di una congiura internazionale, poiché l'intero processo al quale prese parte una coalizione di potenze di quattro continenti, oltre ad intrighi politici ed interessi economici, conteneva anche un complesso mix di tradimento, violenza e inganno.

Una Cina senza confini

Sovranità nazionale e gestione dei flussi di forza-lavoro

 Il diario di bordo di Paolo Do - Singapore
Che il Pearl river Delta nel sud della Cina stia soffrendo una vera e propria mancanza di forza-lavoro, non e' una novita'. Non solo era una favola una manodopera pressoche` infinita nel continente Cina, ma la stessa terra promessa del capitale multinazionale si e` rivelata una semplice fantasia. Con il nuovo anno alle porte i padroni sono terrorizzati alla sola idea che i propri lavoratori migranti non si ripresentino ai cancelli delle fabbriche a fine mese, termine delle celebrazioni del nuovo anno lunare. E per scongiurare tale l`esodo promettono aria condizionata, dormitori nuovi, bonus di produttivita` e migliori condizioni di lavoro a coloro che ritornano. Altri offrono addirittura 300 Yuan a chi portera` in fabbrica un amico.

Afghanistan - I marines impediscono alla Croce Rossa l'evacuazione dei civili da Marjah

La denuncia di Emergency su quella che viene definita la più grande offensiva contro i talebani

Emergency accusa il Nobel per la pace Obama di crimini di guerra e chiede l'immediata apertura di un corridoio umanitario
Le truppe Usa che circondano Marjah impediscono l'evacuazione dei civili feriti, causandone la morte per mancanza di cure adeguate. La denuncia arriva dall'ospedale di Emergency a Lashkargah, che si trova a soli 40 chilometri dall'epicentro dell'offensiva alleata in corso da venerdì notte, e da dove si sentono distintamente i rumori della battaglia in lontananza: i boati sordi delle esplosioni, gli echi continui delle raffiche di mitra e i rumori degli elicotteri e dei caccia che volano senza sosta.

Avatar in Palestina

Attivisti palestinesi, isrealiani e internazionali hanno dato vita a diverse manifestazioni in  West Bank sabato scorso.
Le iniziative a Bi’lin and Sheikh Jarrah sono state particolarmente creative: alcuni manifestanti infatti si erano travestiti come le creature blu dell'ultimo film di James Cameron, Avatar. Come in Avatar i palestinesi lottano contro l'occupazione.
Guarda il video

Haiti - Riflessioni di Naomi Klein e Amy Goodmann

Non sono loro i "debitori" ma noi!

Passano le settimane e Haiti pian piano scompare dalle cronache, ma chiedersi cosa c'è dietro il dramma dell'isola caraibica e che senso possono avere gli aiuti, continua ad essere un importante occasione per riflettere sul mondo in cui viviamo.
A pochi mesi dalla Conferenza di Copenhagen come non pensare anche il futuro di Haiti come un tassello di quella richiesta globale di "giustizia climatica" che non è solo uno slogan, ma invece un radicale percorso per far si che tragedie di questa intensità non diventino, in territori devastati, delle catastrofi annunciate?

venerdì 12 febbraio 2010

Iran - La protesta non si ferma


Cariche pesantissime e colpi d'arma da fuoco sulla folla nella giornata del 31 anniversario della rivoluzione islamica”. E' ancora una volta Twitter e i blogger che rompono la censura e danno la notizia di tre morti, due nella capitale e uno a Shiraz.
Il nome di una delle vittime è Leila Zarei.
Nonostante la repressione migliaia di oppositori sono scesi in piazza dove sono stati aggrediti mentre alcuni esponenti venivano fermati e aggrediti nelle strade della capitale. Nel pomeriggio decine di migliaia di manifestanti hanno sfidato la repressione dirigendosi verso la prigione di Evin mentre altri silavano verso la televisione ufficiale.
Guarda i video

giovedì 11 febbraio 2010

Diario da Haiti: I vicini e la violenza immaginata

di Fabrizio Lorusso da Haiti 


L’unico stato confinante con Haiti è la Repubblica Dominicana che è un paese ispanofono ed è più ricco e sviluppato del suo vicino francofono, anche grazie al turismo e a una relativa stabilità politica (ma il discorso è molto più complicato). Quindi due stati si spartiscono l’isola in cui sbarcò Colombo il 14 ottobre 1492 e che venne chiamata La Hispaniola.
Due popoli apparentemente diversi ma in realtà più simili tra loro rispetto a quanto si pensi, date le mescolanze secolari e i rapporti necessari però non sempre cordiali tra questi vicini di casa.

"Il malgoverno non vuole solo distruggere l’EZLN, ma la vita e la dignità dei popoli”.

Articolo di Herman Bellinghausen  su La Jornada – Mercoledì 10 febbraio 2010

A 15 anni dall’offensiva militare del governo federale di Ernesto Zedillo contro centinaia di comunità zapatiste in Chiapas, il 9 febbraio 1995, e davanti al crescente numero e gravità delle aggressioni contro questi stessi popoli, soprattutto nella selva Lacandona, collettivi ed organizzazioni aderenti all’Altra Campagna in diverse parti del paese hanno dichiarato che, “con la sua guerra di sterminio il malgoverno non vuole solo distruggere l’EZLN, ma la vita e la dignità dei popoli”.
Bisogna rilevare che l’occupazione decretata tre lustri fa è intatta ed anche adesso che si è militarizzato il territorio nazionale per combattere al crimine organizzato, il Chiapas continua ad essere l’entità con la maggiore presenza di effettivi militari.
“Quello che il governo sembra ignorare è che il progetto zapatista è arrivato molto oltre le nostre frontiere, vive in molte parti del mondo. Siamo in molti e non ci arrenderemo”, sostengono gli aderenti all’Altra Campagna.

Ucraina, zitti zitti privatizzano l’acqua

di Astrit Dakli

Senza troppo rumore, mentre tutta l’attenzione nazionale e internazionale era rivolta al complicato esito delle elezioni presidenziali, il parlamento ucraino ha votato una legge che autorizza la privatizzazione dei servizi idrici. Come riporta la Ukrainskaya Pravda, la proposta di legge, presentata da due deputati del Partito delle Regioni del neopresidente Viktor Yanukovich, ha ricevuto i voti dei deputati del partito rivale, quello della premier Yulija Timoshenko, e di alcuni altri. Presenti in aula soltanto i due terzi dei deputati, quasi nessuno si è opposto. La legge rende privatizzabili tutti i servizi connessi all’acqua, sia per quanto riguarda la raccolta alla fonte sia per quanto attiene al trasporto e all’erogazione; a decidere comunque saranno le autorità locali (municipi).

mercoledì 10 febbraio 2010

Grandi manovre a Kiev, prudenza all’estero

 
di Astrit Dakli

In attesa dei risultati definitivi delle presidenziali, risultati che la Commissione elettorale dovrebbe rendere pubblici nei prossimi giorni ma che non si discosteranno dal 48,96 contro 45,57 per cento per Yanukovich contro Timoshenko, a Kiev sono iniziate le grandi manovre per il riaggiustamento politico.

Da un lato c’è la premier sconfitta, Yulija Timoshenko, che sta giocando una partita molto rischiosa rifiutando di ammettere il successo del rivale (al quotidiano Ukrainskaya Pravda ha detto: “Non riconoscerò mai la legittimità della vittoria di Yanukovich”) e puntando tutte le sue carte su un annullamento almeno parziale del voto; dall’altro c’è il tentativo del vincitore di stringere in tempi rapidissimi un’alleanza in parlamento che gli consenta di licenziare subito la premier e varare un nuovo esecutivo con una nuova maggioranza.

Afghanistan, Marjah come Fallujah?

Contro questa città, principale roccaforte talebana in Helmand, sta per scattare la più grande offensiva alleata dall'inizio della guerra. Migliaia di civili sono scappati, ma la maggior parte della popolazione è rimasta intrappolata.

Secondo i generali della Nato, l'operazione Moshtarak ('Insieme', in lingua pashto) contro Marjah, la principale roccaforte talebana della provincia meridionale di Helmand, sarà la più grande offensiva lanciata dalle forze alleate in Afghanistan dall'invasione del 2001. Molti evocano addirittura l'inquietante fantasma della battaglia di Fallujah.
Migliaia di civili stanno fuggendo dalla zona, mentre dal locale ospedale di Emergency riferiscono che nei villaggi a nord di Marjah gli scontri sono già iniziati.

martedì 9 febbraio 2010

Yanukovich vince, ma non tutto è risolto

di Astrit Dakli

L’Ucraina ha da oggi un nuovo presidente, anche se non tutte le incertezze legate a queste elezioni si sono ancora risolte. Cinque anni dopo la «Rivoluzione arancione» che annullò la sua fraudolenta vittoria nelle presidenziali del 2004, per darla poi nel «replay» a Viktor Yushenko, Viktor Yanukovich si è preso la sua rivincita, sia materiale che morale, imponendosi sulla premier ex «arancione» Yulija Timoshenko in un voto che gli osservatori internazionali hanno definito «una dimostrazione impressionante di democrazia».
Con il 99,3 per cento delle schede scrutinate, Yanukovich ha ottenuto il 48,77 per cento dei voti, contro il 45,65 della Timoshenko e il 4,37 di voti andati alla scelta «contro tutti», presente sulla scheda elettorale. Molto alta (appena sotto il 70 per cento) la partecipazione al voto: un risultato importante, visto il clima di scetticismo e disillusione riguardo alla politica che ormai domina nel paese.

lunedì 8 febbraio 2010

Messico: Appello alla riflessione.

Articolo di Gloria Muñoz Ramírez  su La Jornada – Sabato 6 dicembre 2010
Los de Abajo
Appello alla riflessione

La recente offensiva contro i villaggi indigeni dell’EZLN ha sollevato la protesta di attivisti e difensori dei diritti umani in Messico, Germania, Italia, Grecia, Spagna e Francia, tra altri paesi. La protesta che percorre l’Europa solidale è diretta alle autorità federali e del governo del Chiapas , che esortano “a riflettere urgentemente sulle misure che il governo del Messico sta mettendo in atto in relazione ai progetti ecoturistici su terre indigene, e le brutali conseguenze che questi rappresentano per i loro abitanti”. L’appoggio dei gruppi europei sempre attenti a quello che succede in Chiapas si è manifestato nuovamente dopo il 22 gennaio scorso è stato ordinato lo sgombero e la distruzione della comunità indigena Laguna San Pedro, nel municipio autonomo Ricardo Flores Magón, con l’intenzione di “rimboschire l’area e stabilire centri ecoturistici privati nei Montes Auzles, dentro la riserva della biosfera”. 

Perché gli Usa provocano la Cina?

Cosa c'è dietro all'escalation della tensione alimentata da Washington nei confronti di Pechino?
di Enrico Piovesana


Perché gli Stati Uniti continuano a provocare la Cina? Se lo chiedono in molti, anche negli Usa.

L'escalation. Prima l'aggressivo pressing sulle emissioni inquinanti, accompagnato dalla minaccia di Obama di spiare la Cina con i satelliti militari a scopo ambientale.
Poi il durissimo attacco della Clinton alle politiche informatiche cinesi in seguito al caso Google (azienda legata alla più potente agenzia d'intelligence Usa, la National Securty Agency) che con insolito clamore ha denunciato un attacco informatico non diverso dai tanti già subiti in passato.
Pochi giorni dopo, l'annuncio statunitense della vendita di sei miliardi e mezzo di dollari di armamenti a Taiwan in funzione anti-cinese, proprio nel momento in cui i due paesi stanno iniziando a riavvicinarsi.
Poi l'annuncio dell'incontro tra Obama e il Dalai Lama a Washington.

Dance with the Dragon

I dollari cinesi e la Moldavia

Diario di bordo di Paolo Do - Singapore

L`ultimo discorso di Obama alla Nazione non poteva essere piu' chiaro: la cura per  aumentare i posti di lavoro nella recovery americana parla la lingua di nuovi accordi commerciali e delle esportazioni Made in USA, che Obama vuole duplicare in cinque anni. La promessa di far diminuire il tasso di disoccupazione americana non e' altro che un programma di ulteriori liberalizzazioni: solo portando a termine gli accordi di Doha sulla liberalizzazione dei servizi commerciali l'America potra' garantirsi un incremento dell'export. Le politiche sul lavoro USA passano quindi per il Doha Round del WTO. Siamo forse di fronte ad un radicale cambio di priorita` nella agenda di Obama per il 2010, dopo le scottanti sconfitte tanto sul clima che sulla riforma sanitaria?

Dal Nord al Sud dell’Argentina: NI UN METRO MÁS ¡LA TIERRA ES NUESTRA!

Report dalla Carovana Ya Basta di presenz/attiva nel gennaio 2010

Dalla regione de La Rioja, nei paesi di Chilecito e Guandacol, alla Patagonia, provincia del Chubut


Siamo partiti il 7 gennaio, destinazione Argentina: dieci carovanieri accomunati dall’idea di approfittare del viaggio per vedere cosa accade, come si organizza la gente, come resiste in questo immenso paese del Sud America. Per la prima volta la carovana Ya Basta parte dal Nord, dalla provincia de La Rioja, nei paesi di Chilecito e Guandacol, per conoscere le realtà delle assemblee cittadine autoconvocate: una nuova espressione dei movimenti che nasce dai bisogni concreti dei cittadini.

Diario da Haiti: gli aiuti selettivi

Primo capitolo del diario da Haiti

Gli aiuti e le esclusioni

di Fabrizio Lorusso

“Tutte le persone che ne hanno bisogno possono ricaricare il telefono gratis”, “Tutti i responsabili sindacali, le Ong e le organizzazioni umanitarie che vengono possono usare Internet gratis e possono fare anche delle riunioni”.
Dopo due giorni di viaggio tra aerei ed autobus da Città del Messico a Santo Domingo e poi a Port-au-Prince, Haiti, mi accoglie così il cartello scritto in creolo affisso sulla porta d’entrata dell’Aumohd, l’associazione di avvocati dedicati alla difesa dei diritti umani che operano nei quartieri disagiati di Porto Principe e che mi ospiteranno per una ventina di giorni nella zona Delmas, una delle tante città dentro la città che compongono la disastrata capitale haitiana. Il centro operativo dell’associazione funziona perfettamente grazie ad un generatore di corrente a benzina che alimenta alcuni computer portatili, dei cellulari e un paio di stampanti, strumenti indispensabili per ricominciare le attività di supporto alla popolazione e cercare la maniera migliore di ottenere i famosi “aiuti umanitari internazionali” che si vedono più alla televisione e nelle notizie che nella difficile realtà quotidiana.

venerdì 5 febbraio 2010

Nazionalismo e razzismo in Australia 2010

protesta Aborigena
Anche quest’anno per il 26 di gennaio, occasione della festa nazionale d’Australia che celebra l’arrivo della prima flotta navale Britannica in Australia nel 1788, la questione del razzismo e’ tornata alla ribalta per una congiunzione di problemi sociali, sia storici che d’origine piu’ recenti.
Sempre, e mai risolto, l‘Australia Day’ porta a galla il ‘problema’ Aborigeno e le condizioni da ‘Terzo Mondo’ in cui la maggior parte della popolazione Aborigena  continua a vivere. Anche se gran parte oramai vive in centri urbani, o nelle sue vicinanze, la poverta’ e’ simile dovunque.

Proposta per il Premio Nobel a Mustafa Barghouti attivista palestinese



MUSTAFA BARGHOUTHI NOMINATO PER IL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2010 - COME SOSTENERE LA PROPOSTA

Mairead Maguire, Premio Nobel per la Pace e co-fondatrice di People Peace (Irlanda del Nord) ha annunciato questa mattina di aver proposto la candidatura di Mustafa Barghouthi come Premio Nobel per la Pace 2010.

Nella lettera inviata al Comitato per l´assegnazione del Nobel, la Maguire ha scritto:

Da Ciudad Juarez con amore

Messico: ancora morti nella guerra al narco

La strategia fallimentare del governo e la forza del narco; interrogativi importanti per il movimento

Domenica scorsa, 31 gennaio, all’alba in una strada di Ciudad Juarez, un gruppo di una ventina di persone, pesantemente armato, ha fatto irruzione in una casa privata dove si stava svolgendo una festa tra adolescenti. Un compleanno, il pretesto della riunione. Il gruppo armato, giunto sul posto a bordo di una decina di Suv neri, ha immediatamente separato uomini e donne, ovvero ragazzi e ragazzine. Le donne sono state cacciate - “Via da qui!”, hanno gridato loro. I ragazzi e un paio di adulti son stati fatti mettere in fila contro il muro nel cortile. E di lì, una mitragliata e la fine: 16 morti e diversi feriti, quasi tutti adolescenti. La strage.

Cina/USA - G2 senza fair play

Ovvero il nuovo scenario di comando capitalistico non è il ballo delle debuttanti


di Marzio Sturaro

Scomparsa dell’Europa, declino degli U.S.A., prorompente protagonismo della Cina questo il nuovo quadro capitalistico che sembra consegnarci la crisi in cui siamo immersi. La conduzione e la conclusione fallimentare del vertice climatico di Copenhagen lo hanno sottolineato; evidenziando un’asse di comando globale Cina/USA. Una inedita diarchia di potere, questo G2, in cui si confrontano, integrano e scontrano due differenti sistemi, comunque, di dominio capitalistico.Stampa e media in questi giorni, inanellando le occasioni di scontro (Google, diritti umani, armi a Taiwan, incontro col Dalai Lama…) si interrogano già sulla crisi del G2, usando però chiavi descrittive che non approfondiscono il quadro.

giovedì 4 febbraio 2010

Bil'in: tre nuovi arresti

A Bil’in tre nuovi arresti: Ibrahim Abed El Fatah Bornat, Hamde Abu Rahmah e una giornalista internazionale.
Alle 3.26 del 2 febbraio soldati israeliani sono entrati a piedi nel villaggio di Bil’in per arrestare Ibrahim Abed El Fatah Bornat. Correndo lungo la strada per arrivare all’abitazione di Ibrahim, i soldati hanno incontrato Ashraf Abu Rahmah: gli hanno puntato una pistola alla testa immobilizzandogli le braccia dietro la schiena, e gli hanno tappato la bocca con uno straccio perché non potesse dare l’allarme. Ashraf è stato allontanato e lasciato al buio, controllato a vista dai soldati, mentre Ibrahim veniva arrestato e portato via.

Serve una legge per i bambini sotto processo e in prigione

Un tribunale ha condannato una 15enne a 8 anni di prigione. Gli avvocati  Tanrıseven (Presidente dell’associazione degli avvocati di Batman) e Aktaş (Coordinatore del Centro per i diritti dei minori di Diyarbakir) hanno chiesto al governo di produrre, con estrema urgenza, le modifiche normative necessarie ad impedire l’imprigionamento dei minori. La ragazza, residente a Batman, è stata condannata dalla Autorità speciale dell’Alta corte criminale di Diyarbakir sulla base delle norme contenute nella Legge Anti Terrorismo.

Una portaerei chiamata Haiti

La IV Flotta in azione

Dall' intervento umanitario degli Usa nell' isola una militarizzazione di tutta l'area. Gli Stati Uniti cercano di ristabilire l'egemonia nel «cortile di casa».

di Raul Zibechi

La reazione degli Stati Uniti di militarizzare la parte haitiana dell'isola di Hispaniola dopo il devastante terremoto del 12 gennaio dovrebbe essere considerata nel contesto generato dalla crisi economica e finanziaria e dall'arrivo alla Casa Bianca di Barack Obama. Se le tendenze strategiche erano già presenti, la crisi le ha accelerate. Quello ad Haiti è stato il primo intervento di un certo tenore della IV flotta, da quando è stata ristabilita poco tempo fa.

mercoledì 3 febbraio 2010

Cina-Usa, toni da guerra fredda

La decisione di Obama di vendere armi Taiwan fa infuriare Pechino, che minaccia ripercussioni sulla cooperazione militare e sanzioni alle aziende belliche Usa. La reazione del Partito comunista cinese sulle colonne del suo organo ufficiale.

di Enrico Piovesana

Continua a montare la tensione tra Washington e Pechino. Pochi giorni dopo l'aspro scontro diplomatico seguito agli attacchi informatici subiti da Google in Cina (episodio che, China Daily come abbiamo scritto, si inserisce nella montante cyber-guerra fredda tra le due superpotenze), i due competitor globali sono nuovamente ai ferri corti a causa della decisione di Obama di vendere a Taiwan armi per sei miliardi e mezzo di dollari.

martedì 2 febbraio 2010

Tre giorni in Terra Santa


Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in Israele con sei ministri per un incontro al vertice con l'establishment di Tel Aviv.

Per molti è la più importante visita ufficiale dell'Italia in Israele dal dopoguerra ad oggi. Sicuramente la tre giorni che vede impegnato Silvio Berlusconi in Terra Santa può essere considerata una delle missioni diplomatiche più importanti della sua carriera politica. Tant'è vero che il presidente del Consiglio è arrivato all'aeroporto di Tel Aviv accompagnato da sei dei suoi ministri: degli Esteri, Franco Frattini; della Difesa, Ignazio La Russa; degli Interni, Roberto Maroni; della Salute, Ferruccio Fazio; dei Trasporti, Altero Matteoli e dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.

lunedì 1 febbraio 2010

Pompieri si scontrano con poliziotti antisommossa

Galizia 29 gennaio 2010
Circa 500 pompieri che manifestavano nella città di  Coruña, nel nord dello Stato Spagnolo, contro la privatizzazione del servizio pubblico si sono scontrati con le Forze di Polizia Antisommossa.
La manifestazione partita verso le 11.30 da Piazza Palloza si era conclusa davanti alla sede del governo locale, provocando il blocco del traffico.
Davanti alla sede dell'organismo provinciale i manifestanti chiedevano di incontrare sono stati caricati dai poliziotti.
I sindacati CC.OO., CIG e UGT avevano convocato la mobilitazione per richiedere una gestione pubblica del servizio dei pompieri che in parte è gestito da privati.
I lavoratori chiedevano anche aumenti salariali.

I video della protesta




Sgomberi a La Garrucha.

Articolo di Hermann Bellinghausen  su La Jornada – Domenica 31 gennaio 2010

Il governo vuole realizzare centri ecoturistici
Gli zapatisti denunciano lo sgombero e la distruzione di una comunità indigena
La giunta di buon governo (JBG) El camino del futuro, con sede nel caracol di La Garrucha, questo venerdì ha denunciato lo sgombero e distruzione della comunità indigena Laguna San Pedro, nel municipio autonomo Ricardo Flores Magón, lo scorso 22 gennaio. L’intenzione governativa dichiarata è “rimboschire” l’area e stabilire centri ecoturistici privati nei Montes Azules, dentro la considerata riserva della biosfera.
Mentre le case degli indigeni bruciavano, racconta la JBG, gli zapatisti sono stati costretti a salire sugli elicotteri per essere trasferiti nella città di Palenque, dove hanno sofferto “fame e freddo” in un rifugio fino a che non hanno ricevuto assistenza da organizzazioni civili indipendenti.

Europe on sale

Ovvero come la Banca cinese continua a colonizzare l'occidente

Il diario di bordo di Paolo Do - Singapore

A Singapore la notizia sta facendo non poco rumore: l`Europa è in vendita, e cerca acquirenti sul mercato asiatico. Tramite la banca americana Goldman Sachs il ministro delle finanze della Grecia sta provando a vendere buoni del tesoro nazionali lì dove la liquidità per tali acquisti di certo non manca: ovvero in Cina. Atene sta infatti cercando di piazzare buoni del tesoro per un valore di oltre 25 bilioni di Euro, per ri-finanziare il proprio debito nazionale. Saranno le ricche riserve della banca Cinese a salvare dal fallimento lo stato-nazione partenopeo?

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!