lunedì 19 aprile 2010

Dalla Bolivia all'Italia: acqua, un bene comune dell'umanità.

Cochabamba, Feria Internacional del Agua


Dalla valle di Cochabamba - Eugeno Pappalardo - Associazione Ya Basta!


Migliaia di donne e uomini, indigeni e campesinos, dalla Bolivia ma anche da tutta l'America Latina stanno attraversando e costruendo la Feria Internacional del Agua all'interno dello stadio Fabril di Cochabamba.
Donne e uomini del colore della terra, ma non solo. Ci sono anche associazioni e ONG della cooperazione internazionale che a Cochabamba si incontrano per appoggiare i progetti di gestione comunitaria dell'acqua.
La delegazione piu' numerosa è quella italiana: da rappresentanti del Forum italiano dei movimenti per l'acqua, al CEVI, all'ACRA ed altre ONG che operano nel settore.
Si parla di acqua, ma anche di clima, di biodiversità, di territorio, di diritti.

Una grande expo su altri modi di concepire e gestire l'acqua, dal basso, con modalitá sostenibili e comunitarie.
Dieci anni fa la multinazionale Bechtel è entrata di prepotenza nella vita di Cochabamba, prendendo il controllo non solo della gestione del servizio idrico ma anche mettendo dazi sull'acqua in ogni sua forma: dall'acqua in bottiglia, al quella raccolta dal cielo. Oltre a privatizzare l'acqua, hanno cercato di espropriare vita, tradizioni ed abitudini di una popolazione. Il pueblo di Cochabamba non c'è stato.
Dopo la cosiddetta guerra dell'acqua che ha visto un'intera popolazione ribellarsi e respingere la corporation statunitense, il pueblo dell'acqua continua a prendersi parola, diritto e capacità di organizzare e gestire in forma comunitaria e sostenibile la risorsa idrica.
L'avvento di Evo Morales infatti ha visto da un lato la ri-pubblicizzazione del servizio idrico a livello nazionale, dall'altro l'incapacità di dare risposte concrete e partecipative in grado di garantire l'accesso all'acqua potabile e distribuirla alla popolazione boliviana. Oggi sono molte le aree della Bolivia dove non è disponibile acqua potabile.
Per questo motivo le comunità nella zona sud del Municipio di Cochabamba, area priva del servizio idrico, si sono organizzati nell'ASICA SUR, un cartello di reti sociali che da anni sta organizzando un sistema comunitario del servizio di acqua potabile.
Dall'altro lato SEMAPA, un'azienda municipale che si porta dietro i bug della burocrazia comunale, inadeguata, inefficace e corrotta.
In una video-intervista Abram Grandydier, presidente di Asica Sur, ci introduce la Feria del Agua e prende in analisi la situazione di Cochabamba.
La Feria del Agua, alla sua terza edizione internazionale, è caratterizzata dal protagonismo delle organizzazioni del sistema comunitario di gestione dell'acqua, riportando esperienze reali di gestione dal basso della risorsa idrica: dall'estrazione dalle acque di falda, alla potabilizzazione, alla distribuzione.
Una grande expo di sistemi comunitari, dove l'ingegno, le tecnologie, ma soprattutto la partecipazione diretta e dal basso dei cittadini e la condivisione delle conoscenze mostrano un'altro modo possibile e sostenibile di distribuire e garantire l'accesso all'acqua.
All'interno della Feria del Agua è stato organizzato lo spazio tematico "Diritti Collettivi e Diritti alla Madre Terra" nel quale dibattiti molto partecipati hanno raccontato la devastazione socio-ambientale prodotta dall'attuale modello di sviluppo in diversi paesi. Qui numerosi rappresentanti delle comunità e realtà sudamericane hanno riportato da un lato esperienze di resistenza dall'altro modalità alternative di gestione del territorio e delle risorse naturali.
Dalla Feria Internacional del Agua è emerso come la questione dell'acqua non si svincola dal mettere in discussione il concetto di sviluppo che, da Nord a Sud, da Oriente ad Occidente, si basa su modelli economico-produttivo legati allo sfruttamento non sostenibile delle risorse naturali.
Le voci che all'unisono emergono dall'incontro sono quella di affrontare la problematica dell'acqua con un'approccio sistemico che, dal locale al globale, deve affrontare le politiche energetiche ed i modelli di sviluppo.
Per questo molti tavoli di discussione hanno manifestato l'esigenza di riportare al vertice governativo di Cochabamba le istanze che legano le problematiche dell'acqua ai cambiamenti climatici.
E' stato quindi redatto un documento da presentare nei prossimi giorni alla Conferencia de los Pueblos affinchè l'acqua, cosiccome è avvenuto al COP15 di Copenhagen, non sia un piccolo corollario della questione ambientale. Oppure che sia affrontato dai Clean Developement Mechanisms del Protocollo di Kyoto che, dentro il paradigma della green economy, usano l'acqua come "energia pulita" per l'industria idroelettrica, progettando dighe e investendo sugli agrocombustibili.
Il pueblo di Cochabamba sta mostrando oggi come la gestione della risorsa idrica non sia delegabile ad imprese pubblice e private, aprendo percorsi che dal basso danno vita ad esperienze comunitarie di organizzazione e gestione del servizio idrico.
Forse qui, a Cochabamba, si può dire: nè pubblica nè privata.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!