I 370 attivisti di «Viva Palestina» sono stato accolti con gioia e grandi onori dalla popolazione di Gaza che nel loro arrivo legge l’interesse che la societa’ civile  internazionale continua ad avere per la condizione della Striscia stretta nella morsa del blocco israeliano (ed egiziano), in opposizione alla linea attuata da tanti governi di sostegno incondizionato alle politiche di Tel Aviv.  «E’ esaltante essere qui a Gaza, tra i palestinesi, dopo aver penato tanto per persuadere gli egiziani a lasciarci arrivare a el Arish», ha commentato al suo ingresso a Gaza Paolo Papapietro, dell’Associazione Loe di Matera. «Gli egiziani hanno creati ostacoli di ogni genere costringendoci a rimanere per oltre due settimane a Latakiya (Siria) ma alla fine siamo riusciti a raggiungere i palestinesi di Gaza sotto assedio», ha aggiunto l’attivista italiano.
A guidare la delegazione italiana – che ha contribuito con 50 mila euro, otto autoveicoli, una ambulanza e una auto medica – c’è Alfredo Tradardi, noto attivista italiano dell’International Solidarity Movement (Ism).
A causa delle condizioni poste dagli egiziani i 370 attivisti, ad eccezione di 30 a bordo del cargo greco che ha trasportato via mare gli autoveicoli, sono stati costretti a raggiungere el Arish in aereo da Damasco. Domenica scorsa gli egiziani avevano imposto la rinuncia al viaggio a 17 attivisti. Gli “indesiderati” hanno scelto di farsi da parte volontariamente al fine di garantire il successo della missione a sostegno dei palestinesi di Gaza.
E’ da notare che il cargo greco, durante il viaggio da Lataliya e el Arish, è passato nei pressi del punto dove, in acque internazionali, decine di commando israeliani arrembarono lo scorso 31 maggio la Freedom Flotilla diretta a Gaza. Gli attivisti di “Viva Palestina” hanno gettato in mare fiori in ricordo dei nove cittadini turchi uccisi sulla nave Mavi Marmara.
tratto da Nena News