giovedì 6 settembre 2012

Siria - L'Unhcr-Onu: 100mila profughi solo in agosto

Il 12 settembre la «Conferenza per salvare la Siria» del Comitato di coordinamento nazionale (Ccn) che si oppone a un intervento militare internazionale e ingerenze straniere.

In una giornata ancora caratterizzata da violenti scontri militari ad Aleppo e nei sobborghi di Damasco, si aggrava l'emergenza umanitaria in Siria: oltre 100mila siriani sono fuggiti nei Paesi vicini in agosto, il numero più alto mai registrato in un solo mese dallo scoppio della crisi in Siria.
Lo ha affermato oggi a Ginevra l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Il numero totale di rifugiati siriani registrati o in attesa di essere registrati è ora salito a 235.368. In particolare - precisa l'Unhcr - 77mila sono giunti in Giordania, più di 59 mila in Libano, 18 mila in Iraq e 80 mila in Turchia. Anche su questo si è svolto ieri un «positivo» incontro a Damasco tra il presidente del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) Peter Maurer ed il capo di Stato siriano Bashar al-Assad. «Le domande del Cicr hanno ricevuto impegni positivi», ha detto un portavoce dell'organizzazione umanitaria.
Tra i temi discussi «la protezione della popolazione civile durante le ostilità, con l'accesso alle cure sanitarie, l'accesso al cibo ed altri beni essenziali e la visita alle persone detenute». Sul piano politico e umanitario va segnalato l'annuncio di una «conferenza per salvare la Siria» rivolta «a tutte le anime dell'opposizione in patria e all'estero», organizzata all'ombra di una «tregua» militare tra forze governative e ribelli: è il progetto del Comitato di coordinamento nazionale (Ccn), principale piattaforma dell'opposizione in patria, presentato dal suo segretario Raja Nasser in un'intervista di ieri sul quotidiano libanese As Safir.
La «conferenza per la salvezza della Siria» è convocata a Damasco per il 12 settembre prossimo, almeno secondo gli auspici del Ccn, che si oppone a un intervento militare straniero e di cui fanno parte, tra gli altri, dissidenti storici ed esponenti di sigle curde che rifiutano il sostegno della Turchia.
«Ogni cittadino in Siria può essere ucciso o arrestato. Chiediamo dunque il minimo: che i partecipanti prima, durante e dopo la conferenza non vengano presi di mira», ha detto Nasser. La premessa per la conferenza del 12 settembre è, per i membri del Ccn, l'entrata in vigore di una tregua militare tra le forze governative e l'Esercito libero. «I ribelli non abbandoneranno le armi e l'esercito del regime non si ritirerà dai territori che controlla», afferma Nasser, secondo cui oltre a sospendere l'uso delle armi ci sarà uno scambio totale di prigionieri tra le parti: «Decine di migliaia sono in mano al regime, mentre decine o centinaia sono in mano ai rivoluzionari». «Così facendo - conclude Nasser - si potranno soccorrere gli sfollati e quelli colpiti dalle violenze, che sono ormai sei milioni nel Paese».
Arriva invece dall'esterno, da Berlino, un summit di diversi leader dell'opposizione siriana appoggiati dalla diplomazia Ue. L'obiettivo è quello di «prepararsi al dopo-Assad», suggerisce anche l'ospite, il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle, che ha invitato la comunità internazionale a prepararsi a fornire aiuti economici alla Siria, in vista di un'imminente caduta di Assad.
Secondo Westerrwelle il popolo della Siria deve capire che «c'è un'alternativa credibile al regime». Intanto il governo di Pechino ha riconosciuto che la situazione peggiora, ma ha ripetuto che è assolutamente contraria a qualsiasi intervento armato esterno. «La soluzione politica rimane l'unica via d'uscita per la Siria, e più la situazione peggiora, maggiore unità è necessaria», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Hong Lei, alla vigilia dell'arrivo del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton.
tratto da Nena news

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