martedì 6 luglio 2010

Dall'Europa al Messico - Brigata Europea in Chiapas

Brigata Europea n Chiapas

Chiapas 5 luglio 2010
E' iniziato oggi il giro che una delegazione di collettivi, associaziani e organizzazioni europee ha organizzato in Chiapas in territorio zapatista.
La brigata ha come obiettivi conoscere, documentare e diffondere, le aggressioni che le comunità zapatiste subiscono da parte di gruppi paramilitari, secondo una strategia di contro insurrezione elaborata tanto a livello di governo federale messicano che statale chiapaneco e che prevede anche un uso dei mezzi di comunicazione in chiave di criminalizzazione dei movimenti sociali.
Un tentativo di  attacco continuo all'autonomia costruita dall'esperienza zapatista, basata sulla ricerca e la costruzione di una diversa relazione sociale basata sulla salvaguadia delle risorse, della terra, dei beni comuni. 
Un tentativo di attacco per appropriarsi delle terre recuperate, che ha come sfondo le logiche di sfruttamento e devastazione ambientale, di controllo delle risorse e della biodiversità  ben incarnate dalle multinazionali del turismo e/o della farmachimica.
E' da San Cristobal infatti, che dovrebbe partire quella che nella penisola dello Yucatan è definita la "ruta Maya", un lungo e grande corridoio turistico da riempire con mega resort modello Cancun.
E' sempre il Chiapas, con la sua immensa biodiversità, che si vorrebbe strappata alla cultura tradizionale maya e consegnata agli ingegnieri della vita.
La prima tappa ha portato la brigata a Mitzton, qui ha incontrato le autorità locali che hanno avuto modo di raccontare la loro storia e la loro resistenza, tanto ai paramilitari che al progetto governativo di costruzione dell'autostrada San Cristobal-Palenque.
Paradossale ed emblematico che tutto questo avvenga a relativamente pochi kilometri da Cancun, sede del vertice Cop16 sull'ambiente e il clima che si terrà a fine novembre inizio dicembre. Paradigma del fracasso del modello di svuluppo che ha governato fino ad oggi, Cancun potrà essere anche la vetrina per le resitenze che, usando lo slogan della Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale, chiedono di "cambiare il modello, non il clima".
L'Associazione Ya Basta Italia partecipa alla Brigata ed invita tutt@ a sostenerla appoggiandone la convocazione. L'adesione può essere inviata a info@yabasta.it

venerdì 2 luglio 2010

Rete italiana per la giustizia ambientale e sociale

Verso Cancun. Cambiare il sistema, non il clima

Logo Climate justice
Lo scorso 5 giugno diverse realtà e soggetti, in rappresentanza di comitati, associazioni, sindacati, reti sociali di tutto il paese, si sono incontrati a Roma per discutere di come affrontare anche in Italia quella che è stata definita la più grave minaccia per l’umanità: i cambiamenti climatici.
Da qui è nato un percorso per la costituzione della “Rete italiana per la giustizia ambientale e sociale”.  
In questo momento sono oltre 600 milioni gli esseri umani che subiscono conseguenze negative dai cambiamenti climatici e centinaia di migliaia sono quelli che già hanno perduto le possibilità stesse di sopravvivenza. A Cochabamba, in Bolivia, lo scorso 22 aprile durante la prima Conferenza Mondiale dei Popoli per la Giustizia Climatica ed i Diritti della Madre Terra i movimenti sociali e la società civile internazionale hanno elaborato una dichiarazione chiamata “Accordo dei Popoli”.
È il primo manifesto di questo millennio che cerca di affrontare in maniera completa le responsabilità, le cause ed individuare concretamente misure efficaci per affrontare e risolvere la crisi ecologica della nostra casa comune, la madre Terra. Le proposte in esso contenute, insieme agli spunti emersi a Cochabamba dalla Mesa 18, pienamente da noi tutti e tutte condivise, saranno la base sulle quali ci recheremo a Cancun, in Messico, durante l’ultima settimana di novembre e la prima di dicembre, quando si terrà il prossimo COP 16 (Conference of the Parties) delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici.

Il Forum Sociale USA chiede la fine degli attacchi contro contro le comunità zapatiste

 Articolo di Hermann Bellinghausen
  su La Jornada – Giovedì 1 Luglio 2010
 Riconosce il contributo dell’EZLN ai movimenti di resistenza nel mondo
Il Forum Sociale degli Stati Uniti, realizzato nei giorni scorsi nella città di Detroit, Michigan, ha emesso una Dichiarazione di appoggio alle comunità zapatiste in Messico che riconosce il contributo dell’EZLN ai movimenti di resistenza e di liberazione nel mondo ed esige la sospensione delle aggressioni militari, poliziesche e paramilitari contro i popoli indigeni del Chiapas.
“Gli zapatisti sono stati un’ispirazione molto importante per quelli che stanno in basso nel mondo. Sono riusciti a costruire l’autonomia e praticano realmente la democrazia ed esercitano l’autodeterminazione nelle proprie comunità. Essi dimostrano che è possibile creare quell’altro mondo che vogliamo”, riconosce il Forum Sociale.
La loro autonomia, prosegue la dichiarazione, “irrita i servi del sistema capitalista che si rendono malgoverni; questi governi federali, statali e municipali utilizzano il loro Esercito, forze poliziesche e gruppi paramilitari per cercare di distruggere l’autonomia e sterminare i degni popoli indigeni zapatisti”.

Verso Cancun Cop 16- Dove sono i Maya?

A fine novembre 2010 a Cancun si svolgerà il COP 16. 
Ma che cos'è la zona di Cancun?
Una delle zone turistiche più sfruttate del Messico. Dove le condizioni di vita e di lavoro dietro agli scintillanti quartieri alberghieri della Riviera Maya, sono di puro sfruttamento.
Nel febbraio 2010 un equipe della Escuela de Periodismo Auténtico de Narco News ha realizzato un documentario nel quale parlano popoli indigeni originari della penisola dello Yucatn e raccontano l'attuale situazione.
Nel documentario si da voce ai rappresentanti della Colonia Maracuya a Cancun, che si sono organizzati per denunciare le condizioni di sfruttamento. E ' una colonia nata 5 anni fa in cui oggi vivono più di 200 famiglie, senza servizi. Le famiglie hanno comprato questi prezzi di terra da “presunti” proprietari della zona, infatti in seguito si è tentato di sgomberarli. Finora le famiglie hanno resistito.

Messico - Liberi i prigionieri di Atenco!

La prima sezione della Corte Suprema di Giustizia ha ordinato la libertà immediata dei 12 aderenti del Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra, imprigionati dal marzo 2006. La sentenza ha confermato che le autorità messicane hanno basato le accuse su "premesse false".
“Dopo quattro anni di lotta, oggi possiamo gridare: sono liberi ... ce l'abbiamo fatta" ha dichiarato Trinidad Ramírez, dirigente del Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra (FPDT) e moglie di Ignacio del Valle.

Da La Jornada "Dopo 4 anni, sono liberi"
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Da La Jornada " Liberi i 12 di Atenco"
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A cura Associazione Ya Basta Italia

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!