lunedì 12 aprile 2010

L'infanzia distrutta di Gaza, tra l'incudine dell'embargo e il martello delle aggressioni israeliane

Immersi in una condizione di sofferenza e di squallore, i bambini di Gaza conducono una vita che non si addice nemmeno agli animali. A Gaza non vi sono luoghi per giocare, per sorridere... insomma, nemmeno i diritti minimi del bambino, ma l'assassinio di quest'infanzia e dei suoi sogni con le bombe, i proiettili e le malattie. L'assassino è uno solo: l'occupante israeliano.

Numerose organizzazioni, locali ed internazionali, hanno sollevato il problema dei pericoli ai quali sono esposti i bambini nella Striscia di Gaza a causa dell'embargo israeliano imposto da quasi quattro anni, per non parlare dell'aggressione sionista dell'inverno 2008-2009, che causò la morte di decine di bambini lasciando in migliaia di essi tracce profonde a livello psicologico.

Infanzia spezzata

Sami Sabah, è una delle vittime delle violazioni contro l'infanzia di Gaza. Egli non può più andare a scuola con le sue gambe a causa del violento bombardamento israeliano nel dicembre del 2008 che gli ha causato una paralisi agli arti inferiori.

Sami, che ha 12 anni ed abita a Gaza, ha detto al nostro corrispondente: "Stavo seduto con un mio amico, durante la ricreazione, nel giardino della scuola, quando abbiamo sentito il boato di un'esplosione, così ho pensato che il mio cuore stesse per finire di battere, mentre nelle mie gambe il sangue ha smesso di circolare... Mio padre, quando ha visto le esplosioni in ogni parte della Striscia, si è precipitato a scuola e mi ha trovato in quello stato, cosicché mi ha caricato in macchina e mi ha portato a casa".

Disturbi psicologici

"Quando arrivammo a casa, vi fu un altro bombardamento ed ho provato un'enorme paura. Ero terrorizzato e me ne sono andato a letto, ma quando mi sono alzato era chiaro che non ero più in grado di camminare. Così la mia famiglia m'ha portato all'ospedale ash-Shifa' di Gaza, poi sono stato trasferito in Egitto, ma non sono riusciti a risolvere il mio problema"

"Dopo di che, la mia famiglia mi ha portato in un centro specializzato di Gaza per la cura dei disturbi psicologici, dove hanno fissato una serie di sedute focalizzate sulla liberazione dalle emozioni negative che mi opprimono, sul consolidamento dell'autoconsiderazione e sull'autosuggestione, così ho potuto ricominciare, come i bambini piccoli, a muovere pian piano i primi passi".

Il 20% dei bambini della Striscia di Gaza è rimasto scioccato dopo quei giorni, e il 13% in particolare è caduto in uno stato depressivo. 9.000 bambini delle scuole elementari dell'UNRWA non hanno superato l'anno, come spiega uno studio pubblicato recentemente dal Programma di salute mentale che opera a Gaza.

Conseguenze invisibili della guerra


Samir Qutah, professore di Psicologia all'Università islamica di Gaza, afferma che le conseguenze invisibili della guerra e dell'embargo su Gaza sono in ogni casa e nella psiche di ogni bambino palestinese, anche se l'aggressione diretta è finita (ma l'embargo continua).

Egli sostiene che le ferite che negli anni si accumulano col passare degli anni nei padri e nei nonni sono come passaggi che segnano la psicologia dei palestinesi, dai quali si deduce che il bambino palestinese non riesce mai a godere di un po' di pace e di tranquillità.

Inoltre è ravvisabile un aumento dell'aggressività tra gli stessi bambini della Striscia di Gaza, a causa delle ristrettezze e delle pressioni che si trovano a vivere, senza posti per svagarsi. Per di più, con la percentuale della povertà nella Striscia di Gaza in rapido aumento, molti bambini hanno smesso di studiare e sono andati a lavorare, tra l'altro per pochi soldi che non bastano ad aiutare le loro famiglie.

I bambini-lavoratori

È stata condotta un'indagine sulla forza-lavoro nelle province palestinesi nel 2009: la percentuale dei bambini che lavorano, con o senza stipendio, è di circa il 3,7% (in Cisgiordania sale al 5,4%, mentre a Gaza si tratta dello 0,9%).

Il Centro di statistica palestinese, nel suo XIII rapporto annuale dal titolo "I bambini della Palestina; questioni e statistiche", riferisce che circa due terzi dei bambini palestinesi che lavorano lo fanno presso le loro famiglie, senza ricevere un compenso.

Per quanto concerne il settore lavorativo, il rapporto evidenzia che il 47,3% dei bambini-lavoratori è occupato nell'agricoltura (il 50% circa di quelli lavoratori della Striscia e il 15,8% di quelli della Cisgiordania): si tratta di una percentuale superiore a quella rilevata l'anno scorso.

Tentativi di svago

Malgrado le sciagure e le pene vissute dai bambini di Gaza, la Facoltà di Scienze professionali e applicate, col patrocinio di alcune organizzazioni umanitarie, la scorsa settimana ha organizzato a Gaza, per far comparire almeno un sorriso sui volti di questi bambini, il X Festival palestinese dell'infanzia.

Questo festival, al quale hanno partecipato molti responsabili, genitori e figli, ha previsto numerose attività artistiche per i bambini, come il teatro, il canto ed altre attività per divertirsi almeno un po', oltre ad una giornata di studio dedicata alle questioni dell'insegnamento nei livelli elementari.

Jamal al-Khudari, presidente del Comitato popolare contro l'embargo, ha preso la parola per rivolgere un appello al mondo intero affinché ci si adoperi per salvare i bambini della Palestina, in particolare quelli di Gaza, esposti all'embargo e all'aggressione militare.

Un appello per salvarli

I bambini sono il 53% della popolazione di Gaza e vivono condizioni estremamente difficili. Il 60% è denutrito e soffre di anemia a causa dell'embargo, inoltre il 35% delle vittime dell'embargo stesso sono bambini.

Pertanto al-Khudari ha fatto appello a tutti gli enti che operano nel campo dell'infanzia e dell'educazione ad agire con ogni mezzo tramite progetti e convegni, con uno sviluppo adeguato a farli uscire dalla situazione opprimente che vivono.

Da tutto quel che è stato esposto in questo rapporto si evidenzia al mondo intero che l'infanzia di Gaza soffre una gravissima situazione, che i territori palestinesi non vedevano da molto tempo. Gli occupanti israeliani, infatti, ha distrutto tutto nella Striscia di Gaza, persino l'infanzia innocente che non aveva fatto loro alcun male.


Tratto da Infopal

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

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