venerdì 17 settembre 2010

Palestina - Al-Barghouthi: "I negoziatori palestinesi sono sempre più remissivi"

Mustafa al-Barghouthi, leader dell’Iniziativa Palestinese, afferma che "non vi sono novità nei negoziati israelo-palestinesi, se non il chiaro indietreggiamento delle posizioni della parte palestinese, mentre quelle degli israeliani sono sempre più rigide, specialmente sulle colonie e l’assenza di regole chiare per i negoziati".
"Le dichiarazioni israeliane su uno ’stop parziale degli insediamenti’ indicano che Israele utilizza questi negoziati come copertura per espandere i suoi insediamenti ed imporre unilateralmente il ’fatto compiuto’. Tutto quel che accade ci fa rendere conto bene che i risultati di questi negoziati non saranno nell’interesse del popolo palestinese".
Al-Barghouthi ha poi detto che "Israele non ha interrotto le attività coloniali, anche durante il ’congelamento parziale degli insediamenti’, perciò si tratta solo di vuote e stupide parole, perché anche durante il ’congelamento’, in vaste aree della Cisgiordania e di Gerusalemme, sono andati avanti lavori che non sono stati minimamente toccati dalla decisione relativa al ’congelamento’".
l deputato del Consiglio legislativo palestinese critica inoltre la posizione dei negoziatori palestinesi, che "si sono prestati a tenere i colloqui a Gerusalemme: ciò sancirà la separazione della città dalla Cisgiordania, che è esattamente quanto vuole Israele, il quale approfitterà di questo grave precedente per procedere a tale separazione".
Al-Barghouthi invita piuttosto a tornare ad una posizione unitaria interpalestinese: "Nessun negoziato mentre vengono costruite colonie, in qualsiasi luogo, e in assenza di regole chiare per i colloqui stessi. Non vi potranno mai essere negoziati fruttuosi se non vi è prima l’unità nazionale palestinese".
Egli sostiene che la stragrande maggioranza dei palestinesi, dentro e fuori il Paese, è contraria ai negoziati a causa delle modalità in cui sono condotti; dello stesso avvisono è la gran parte delle fazioni palestinesi, anche all’interno dell’Olp e di Fatah.
Il deputato palestinese ritiene inoltre che la richiesta di Netanyahu di riconoscere Israele come "Stato ebraico" è "una strategia israeliana per mettere in costante posizione difensiva la parte palestinese ed imporle nuove rinunce". Al-Barghouthi spiega anche che "il concetto di ’Stato ebraico’ significa quattro cose: liquidazione dei diritti storici del popolo palestinese, svendita del diritto al ritorno, ammissione ed accettazione del sistema d’apartheid verso tutto il popolo palestinese, rinuncia ai diritti dei palestinesi rimasti sulle terre occupate nel 1948".
"Le opzioni palestinesi in alternativa ai negoziati sono molte, perciò prima che comincino questi negoziati destinati al fallimento bisogna tornare all’unità nazionale, far rinascere la resistenza popolare e proseguire con la campagna di solidarietà mirata al boicottaggio di Israele, anche a livello diplomatico, attraverso una ’diplomazia della resistenza’ che riveli lo scandalo del trattamento di Israele verso il popolo palestinese".

tratto da InfoPal

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