lunedì 28 febbraio 2011

Europa - La Croazia nel tempo della crisi

Da una settimana i giovani croati scendono in piazza per protestare contro corruzione e crisi economica. Anche qui la protesta si alimenta su Facebook e corre sulla rete ma il vero pericolo è la destra nazionalista



Per spiegare quello che succede in Croazia occorre molta attenzione perchè si rischia di non riuscire a capire bene chi sono i protagonisti di queste manifestazioni che da una settimana stanno attraversando il paese, sopratutto Zagabria. Innanzitutto bisogna capire la situazione politica ed economica della Croazia. Il paese è retto da un governo di centrodestra, il cui maggior partito HDZ (quello del primo presidente Tudjman) è al potere dal 1991, tranne l'intervallo di 4 anni, dal 1999 al 2003 in cui ha governato la sinistra. Al vertice del partito ci sono ancora gli stessi uomini che sono stati protagonisti sulla scena politica durante gli anni della guerra che ha insaguinato tutto il territorio dei Balcani con migliaia di morti. Oggi in Croazia regna una corruzione dilagante legata, appunto agli uomini del HDZ. L'ex primo ministro Sanader che si è dimesso più di un anno fa, per cedere il suo posto a Jadranka Kosor, che è stata il braccio destro di Tudjman negli anni novanta, ora si trova in carcere. E' stato arrestato in Austria e accusato di corruzione, riciclaggio di denaro e abuso di potere. Tutto il gruppo dirigente del partito si è arricchito alle spalle dei cittadini rubando milioni di euro dalle casse dello stato.

La situazione economica è molto difficile. La disoccupazione è al 18%, i prezzi continuano ad aumentare, gli stipendi dei dipendenti pubblici sono stati tagliati e migliaia di persone vivono sulla soglia della povertà. I giovani non vedono prospettive per il loro futuro e cresce il malcontento per le condizioni di vita. Inoltre il paese si prepara ad entrare nell'Unione Europea e per molti cittadini questa è un ulteriore fonte di preoccupazione.
Nel 2009 migliaia di studenti si sono mobilitati nelle università e nelle piazze delle principali città chiedendo le dimissioni del ministro dell'istruzione, più risorse all'università e un istruzione gratuita per tutti. Sono state occupate molte facoltà, si sono svolti cortei spontanei e finalmente in Croazia una nuova generazione di giovani si è conquistata il diritto alla parola e un protagosimo politico e sociale mai visto prima di allora.

I primi a scendere in piazza quest'anno sono stati i pescatori che contestavano l'aumento del prezzo del gasolio, dell'eccessiva burocrazia e chiedevano le dimissioni del ministro.
La protesta che in questi giorni sta animando la Croazia è nata su Facebook. La rete dimostra così ancora una volta di essere uno strumento fondamentale per l'organizzazione e la diffusione di proteste popolari come in Egitto o in Tunisia. E i protagonisti sono per la maggior parte i giovani come nel Maghreb. Il portavoce di questo neonato movimento che stato batezzato "i ragazzi di Facebook" è Ivan Pernar uno studente di Zagabria di 25 anni che è già stato fermato due volte dalla polizia. Attraverso Facebook, blog e altri social network è riuscito in pochi giorni ad allargare il fronte della protesta da poche decine a migliaia di persone. Una prima piccola manifestazione si è registrata a Zagabria martedì scorso quando alcune centinaia di persone sono scese nella piazza centrale di Zagabria per chiedere le dimissioni del governo e della Kosor. Due giorni dopo, giovedì 24 febbraio sono scese nelle strade della capitale più di 2000 persone, che chiedevano le dimissioni di un governo che ormai non vuole più nessuno nel paese, la gente arrabbiata gridava slogan contro HDZ accusandoli di essere corrotti, ladri e di aver condotto il paese in una situazione insostenibile. Sugli striscioni si leggeva "Siamo così giovani e già così poveri" oppure lo slogan più gridato "Ladri ladri" "Kosor dimettiti" ecc. Quando i manifestanti sono arrivati all'imbocco della piazza di Marko, dove ha sede il governo e il parlamento, hanno trovato davanti cordoni di decine di poliziotti in tenuta antisomossa e transenne che impedivano il passaggio. A quel punto sono iniziati gli scontri con la polizia che ha caricato diverse volte e ha fermato undici persone tra cui anche Ivan Pernar.

Sabato 26 è stata invece convocata una manifestazione dei veterani di guerra contro la persecuzione dei loro colleghi accusati di crimini durante la guerra dei Balcani. Una manifestazione che quindi non aveva nulla a che vedere con quei giovani scesi in piazza due giorni prima che chiedevano un cambiamento radicale e migliori condizioni di vita ma che esibiva invece simboli e slogan nazionalisti. Successivamente sono arrivati anche gli ultrà della Dinamo Zagabria, i Bad Blue Boys, noti in tutta Europa per i frequenti scontri negli stadi e per le idee politiche ultranazionaliste. C'erano anche i ragazzi di Facebbok guidati da Ivan Pernar che purtroppo in quella piazza sono stati marginalizzati da gruppi ultrà di estrema destra che volevano gestire la piazza. Durante gli scontri ci sono stati diversi feriti e fermati di cui anche un giornalista "colpevole" di aver fotografato le violente cariche della polizia. Manifestazioni si sono svolte anche in altre città della Croazia.
Per sapere cosa succederà nei prossimi giorni bisogna aspettare la prossima settimana per quando sono state annunciate altre proteste. E' una situazione molto delicata perchè molti croati non riescono ancora a liberarsi dei rettaggi del passato e del nazionalismo che rischia di sopravalere nei confronti di quie giovani che invece vogliono guardare al futuro e creare un cambiamento nel paese, lasciandosi alle spalle quel passato.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!