martedì 17 agosto 2010

Il dito nella piaga degli interessi globali

Comunicato dell' Associazione Ya Basta Italia

Ciò che abbiamo fatto lunedì è molto semplice e molto lineare: abbiamo bloccato un crimine ambientale anziché usarlo per esercitare della retorica o per riconfigurare giochi di potere interni a coalizioni politiche.
Considerando la babele di reazioni e di commenti che sono seguiti, ci sembra importante puntualizzare brevemente un paio di aspetti, rispondendo sia agli entusiasmi del neogovernatorexministro Zaia sia ai cavalieri difensori della legalità ad ogni e qualsiasi costo.
1) Il neogovexmin... Zaia si è molto entusiasmato per la nostra azione di disobbedienza. Ci limitiamo a notare che mentre Zaia e Galan usavano gli ogm per innescare una ridefinizione degli equilibri di potere interni alla maggioranza il mais cresceva e maturava, rifiutandosi testardamente di riconoscere di essere stato sequestrato.
Mentre l'impollinazione sta per determinare il dato di fatto dell'introduzione – sciacalla e vigliacca – degli ogm in Italia, gli entusiasmi di Zaia ci sembrano insignificanti. Sarebbe meglio che organizzasse delle ronde padane contro i campi di Fanna, anziché contro i migranti o le prostitute: andare ogni tanto contro i forti invece che contro i deboli potrebbe dare loro un brivido salutare. Aspettiamo Zaia per andare a radere al suolo i CIE e ristabilire l'umanità, invece che la legalità di dubbia decenza.
2) La legge, in generale, è la fotografia dei rapporti di forza che attraversano la società e in quanto tale è il bilancio di spinte sociali diverse e spesso opposte. La precarietà capillare e lo sfruttamento selvaggio della vita di milioni di persone sono legge, nonostante nella costituzione ci sia scritto che il salario deve assicurare la vita libera e dignitosa... e non si riferiva al job on call e a 500 euro al mese.

No Ogm - Distrutto campo di mais transgenico

Dall'Italia a Cancun - Giustizia, Dignità, Indipendenza

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Lunedì 9 agosto 2010 un centinaio di attivisti dell’associazione Ya Basta! sono entrati nel campo di mais geneticamente modificato di Vivaro (Pordenone). Il campo è di proprietà di Giorgio Fidenato, presidente dell'Associazione Agricoltori Federati della provincia di Pordenone. Il blitz e' scattato poco dopo mezzogiorno. Gli attivisti, in tuta bianca, hanno abbattuto le piante alte 2 metri.
Già nel mese di aprile era scattata una denuncia nei confronti della semina illegale avvenuta a Vivaro.
Il campo era stato posto sotto sequestro, ma i  tempi di pronunciamento appaiono influenzati dal dibattito politico fra il neoministroexgovernatore Galan e il neogovernatoreexministro Zaia. Dal basso, quindi, una risposta immediata che riguarda la dimensione di vita e tutela delle biodiversità che non possono essere vigliaccamente sottomesse al profitto del mercato e della speculazione.
Leggi il comunicato

Verso Cancun - Cambiamo il sistema non il clima!

C'è una storia grande e antica come il mondo che vogliamo vivere, tessere, intrecciare con tutta la vita che attraversa la Madre Terra.
È una storia viva, che re-inizia tutti i giorni dal fatto che viviamo in un Mondo, sogniamo un Mondo, siamo un Mondo fatto di miliardi di vite che si intrecciano, che scorrono, che sono vive tutte insieme.
Una storia di idee e di entusiasmi, che si incontrano e si moltiplicano.
Una storia che non vuole produrre ma generare, non vuole consumare o usufruire ma godere, condividere, restituendo e re-istituendo “il comune”.
È una storia che non ha fine e non ha un fine che non sia la vita stessa.

martedì 3 agosto 2010

Messico - La modernizzazione devastatrice

Il volto reale del paese

di Associazione Ya Basta Italia


Luis Hernandez Navarro, Vicedirettore de La Jornada riassume in un interessante contributo, presentato all'incontro del 24 luglio organizzato da Via campesina a Città del Messico, l'insieme delle lotte per la difesa delle risorse e del territorio del paese. Lotte che nascono da un nuovo protagonismo sociale dal basso, autorganizzato che non risponde alle classiche forme dell'organizzazione politica. Una situazione che svela un immagine del Messico ben diversa da quella che il Governo vuole accreditare in vista del Cop 16 che si terrà a Cancun. Alle lotte ambientali viene risposto con la repressione. I riflettori che si accenderanno sul Messico per l'incontro dell'Onu sul cambiamento climatico possono essere l'occasione per dare visibilità a questa realtà ben oltre le imagini ufficiali.
 
La modernizzazione devastatrice di Luis Hernández Navarro
Difendere i boschi in Messico è una attività rischiosa. Ne va della vita di chi lo fa. Lo dicono i familiari di Rubén Flores Hernández, assassinato dai “talamontes” (tagliatori illegali di legno) della comunità di Coajomulco, nello stato del Morelos.
Ruben è stato ucciso lo scorso 28 aprile, il giorno del suo compleanno, nel pieno centro della comunità. Gli abitanti della zona indacano come responsabile del crimine Porfirio Díaz Cedillo, che appartiene alla famiglia più ricca ed influente della comunità. Lo stesso giorno della sua veglia i saccheggiatori del bosco tagliavano la legna.
L’omicidio di Ruben non è l’unica morte perpretrata ultimamente contro difensori dei boschi in Morelos. Il 31 ottobre scorso fu torturato ed ucciso Miguel Ángel Pérez Cázales. Era un difensore dell’area naturale protetta di Texcal e apparteneva alla comunità di Santa Catarina, municipio di Tepoztlán, contro il progetto di urbanizzazione promosso dal governo di Marco Adame.
Tanto Rubén Flores Hernández come Miguel Ángel Pérez Cázales erano figli del bosco. Hanno perso la vita per difenderlo.
Promuovere la giustizia ambientale in Messico è un attività rischiosa.

Messico - Voci verso Cancun

Continua la presenza/attiva dell'Ass. Ya Basta Italia in Messico con le voci di quanti stanno preparando le mobilitazioni verso COP 16

Iniziamo una serie di reportage ed interviste dedicate a raccontare la preparazione in Messico delle mobilitazioni verso Cancun in occasione del Cop 16.
La scelta di svolgere a Cancun la sedicesima edizione dell’incontro delle nazioni Unite dedicato al cambiamento climatico già rappresenta una scelta emblematica.
Cancun e l’intero Yucatan sono state devastate da logiche di sfruttamento territoriale intensissime in nome di uno sviluppo turistico gestito dalle grandi corporation e dai grandi interessi transazionali.
L’intero Messico è un territorio in cui le politiche di deregulation nella gestione del territorio stanno permettendo devastazioni senza precedenti. Alla messa a disposizione di mano d’opera a basso costo, oggi messa a concorrenza dai prezzi di produzione del mondo asiatico, si è sostituita la messa a disposizione della riccheza di risorse e biodiversità di cui il Messico è ricco.
Il Governo messicano cerca di nascondere tutto questo e di presentarsi come ospite della Cop nella sua versione green e attenta alla salvaguardia ambientale. Così come si cerca di occultare lo sfruttamento ambientale, si cerca di nascondere le resistenze che esistono, i conflitti in difesa della terra e dei beni comuni ed anche la repressione e criminalizzazione che colpisce chi lotta e si mobilita.
Vogliamo raccontare il Messico diverso, quello che non trova spazio nelle pagine ufficiali, quello che si sta preparando a far sentire, insieme a molti altri da tutto il pianeta, la propria voce nelle giornate di Cancun.

REPORTAGE
Durante l’incontro promosso da Via Campesina sabato 24 luglio a Città del Messico dal titolo " Incontro nazionale per la giustizia ambientale e sociale " abbiamo intervistato Alberto Gomez di Via Campesina, Andres Barreda accademico e membro dell’Asemblea Nacionale Afectados Ambientale, Cristian Guerrero di Marea Cresciente.
L'incontro ha visto anche la partecipazione di Pablo Solòn, ambasciatore dello stato plurinazionale della Bolivia a l'ONU, oltre che della Red en Defensa del Maíz, e di altri movimenti messicani.
All'incontro abbiamo portato il saluto nostro e dei movimenti sociali italiani riuniti nella RIGAS.
Intervenendo abbiamo avuto modo di spiegare lo scopo e le modalità di costruzione della Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale suscitando grande interesse da parte di tutti i presenti.
Vedi convocazione dell'incontro

* Intervista ad Andres Barreda - Asemblea Nacionale Afectados Ambientale
Dietro la definizione di cambio climatico si nasconde il tentativo di minimizzare l'insiene della crisi ambientale che non può che essere intrecciata con l'analisi della crisi sociale ed economica.

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Il Messico.Un paese in cui la devastazione ambientale si inserisce all'interno della più ampia scomposizione del sistema sociale ed economico portato avanti dalla classe politica del paese.

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Cancun. Le mobilitazioni del prossimo novembre come occasione per dare voce al Messico che resiste insieme ai movimenti per la giustizia sociale ed ambientale del mondo.

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Il continente latino americano, i governi progressisti e la riflessione necessaria del pensiero di sinistra sui nodi dello sviluppo produttivo e sociale e delle possibili alternative.

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* Intervista ad Alberto Gomez - Via Campesina
Mille Cancun: la proposta di Via Campesina per allargare la mobilitazione sui temi della giustizia climatica e l'attuale situazione della discussione verso Cancun.

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* Intervista a Cristian Guerrero - Marea Cresciente Messico
La presentazione della Rete Marea Cresciente e della proposta di Dialogo e Convenzione Climatica dei popoli, con la costruzione di tre incontri regionali in Messico per allargare l'informazione e preparare le mobilitazioni di Cancun per il COP 16.

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BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!